AIDAP interviene sulla riforma della Pubblica Amministrazione
La posizione dell'Associazione sulla legge delega in approvazione in Parlamento
3 Maggio 2015

Il testo del Disegno di Legge 1577 approvato in Senato ed ora all'esame della Camera, con il quale si danno al Governo gli indirizzi per la riforma della Pubblica Amministrazione, è certamente un'interessante novità che AIDAP sta attentamente studiando e valutando.
Gli Enti Parco nazionali e regionali, così come le Aree Marine Protette, da tempo lamentano che il sistema normativo del Paese non tiene adeguatamente conto della specificità degli enti di gestione e dei loro meccanismi di funzionamento. Si tratta di enti piccoli e con pochissimi dipendenti, che mal riescono a rispondere a norme pensate per grossi enti con finalità del tutto diverse. In questo senso, la legge delega ed i successivi decreti legislativi saranno un'ottima occasione per ripensare strategie e modelli organizzativi. Su tale fronte, AIDAP auspica un adeguato livello di coinvolgimento del settore delle aree protette, che potrà certamente vedere tra i protagonisti anche e soprattutto Federparchi ed il suo Comitato Tecnico Scientifico, col quale AIDAP ovviamente dialoga in maniera totalmente sinergica.
I temi di interesse trattati dal Disegno di Legge 1577 sono molteplici:
Riforma della Dirigenza Pubblica: su questo importante tema, si registra una fase di pesante stallo, con l'albo dei direttori, colpevolmente non aggiornato da anni e da più parti visto come uno strumento obsoleto e da archiviare. La situazione attuale vede gli enti costretti a nominare Direttori da un albo sempre più scarno e non aggiornato, con diverse proposte di modifica normativa da tempo all'esame del Parlamento senza però nessun passo in avanti. Su tale fronte AIDAP, dopo aver difeso per anni la specificità della professione di Direttore di Area Protetta, ha concordato la sua posizione con Federparchi rispetto alle previsioni contenute nella modifica alla 394. Oggi, con la proposta del Ministro Madia che riorganizza la dirigenza pubblica in tre ruoli unificati e coordinati, si apre un nuovo fronte di dialogo e confronto, dal quale AIDAP spera di veder riconosciuto il fondamentale ruolo dei gestori del patrimonio naturale del Paese. Alcuni segnali, come quello della formazione continua, confortano e confermano quanto da anni chiesto da AIDAP ed inspiegabilmente rigettato dai vertici ministeriali. Altri aspetti, come la brevità dell'incarico limitato a tre anni (seppur rinnovabile) sembrano non tener conto adeguatamente delle dinamiche necessarie nelle aree protette. Il tema comunque è fondamentale per migliorare il funzionamento degli enti gestori e qualificare fortemente la loro dirigenza.
Autorizzazioni e nulla osta ambientali: di fronte alla giusta necessità di snellire l'iter dei processi autorizzativi a favore di privati ed imprese, sarà però necessario valutare se il silenzio assenso previsto dal disegno di legge anche per le autorizzazioni ambientali non diventi un modo per mettere in difficoltà gli enti gestori delle aree protette, spesso in ginocchio per la grave carenza di personale. Sarà dunque necessario che anche gli Enti gestori dei Parchi siano messi in condizione di non dover impiegare gran parte delle proprie energie negli adempimenti burocratici e di controllo, che non competono loro e che sono così distanti dalle finalità istituzionali (basti pensare al tempo che i Parchi perdono a verificare, in modo totalmente ripetitivo, la regolarità contributiva o i carichi penali delle ditte, cosa che dovrebbe e potrebbe ben fare lo Stato a livello centrale con meccanismi automatici). Se invece si dovesse continuare a chiedere agli Enti parco di sostituirsi alle ben più competenti amministrazioni in materia di verifica della regolarità dei soggetti che svolgono servizi, lavori o forniture, allora non si potrà chiedere loro di rilasciare i nulla osta di competenza in tempi sempre più brevi.
Regime giuridico degli enti di gestione: la riforma prevista dal Governo potrà essere certamente un'occasione per stabilire una diversa veste giuridica degli Enti Parco, oggi assimilati ad organismi ed amministrazioni totalmente diversi per finalità e dimensioni, così che ogni nuova normativa colpisce anche gli Enti Parco solo in quanto destinata ad una platea di enti troppo vasta ed eterogenea. AIDAP auspica che gli Enti Parco godano dunque di una classificazione idonea che ne esalti la specificità pur nell'intento di partecipare attivamente alle strategie generali del Paese. Si dovrà poi fare chiarezza sulle Aree Marine Protette, anche per non veder penalizzati i loro Direttori che già oggi non vedono ben chiaramente definita la loro qualifica.
Superamento delle dotazioni organiche: anche questa riforma potrà essere utile se indirizzata a superare le rigidità che bloccano gli enti parco nelle loro attività di gestione adattativa dei territori loro affidati, per i quali riescono spesso ad attrarre ingentissimi finanziamenti europei trovando poi sciocchi limiti alle capacità di utilizzo del personale, ancorchè interamente finanziato. Anche forme di collaborazione tra enti potranno aiutare l'attività dei parchi, me sempre in un'ottica di maggiore libertà (ovviamente a fronte di limiti predefiniti di budget) che li liberi dagli attuali vincoli su singole categorie di spesa.
Semplificazione: importante sarà valutare attentamente le attuali problematiche per utilizzare questa riforma per una importantissima azione di semplificazione, che dia veramente alla dirigenza la libertà di perseguire ed ottenere il livello di efficenza ed efficacia che l'opinione pubblica ed il governo stanno sempre più chiedendo. Anche la semplificazione delle procedure di valutazione della dirigenza potranno certamente lascare spazio ed energie al lavoro vero e proprio, oggi spesso tralasciato per dover imbastire complicatissimi meccanismi sulla performance.
AIDAP (Associazione Italiana Direttori e Funzionari di Aree Protette) è dunque pronta a cogliere questa riforma come un'opportunità ed auspica che il sistema delle aree protette, attraverso soprattutto l'azione di Federparchi (nelle sue componenti politica e tecnica) e dei vertici ministeriali, sappia davvero essere uno dei protagonisti nazionali. Nelle prossime settimane ci saranno certamente momenti importanti di confronto su questo tema e tutti i soci dell'Associazione sono chiamati a dare il loro contributo.