Il nuovo Medioevo delle Aree Protette
Dura condanna di AIDAP per l'attentato alla Riserva di Tevere Farfa
22 Dicembre 2015

Quando si racconta la storia delle aree protette del nostro Paese, ci si trova talvolta a narrare di brutte vicende vissute dai pionieri della conservazione, che diversi decenni fa dovevano combattere, rischiando anche l'incolumità, contro l'ignoranza, la prepotenza e la bestialità di chi sfruttava la natura a proprio uso e consumo.
Storie che sembravano parte del passato ma che oggi tornano incredibilmente alla ribalta, dai lupi uccisi ed appesi alle ringhiere, fino all'assurdo attentato che ha subito la Riserva naturale regionale di Tevere Farfa, dove ignobili soggetti hanno incendiato nottetempo numerosi automezzi ed attrezzature.
Non interessano i motivi del gesto, interessa piuttosto il fatto che anche questa volta il patrimonio di tutti e l'impegno per mantenere un ambiente naturale a vantaggio del pubblico vengano messi a repentaglio da qualche portatore di interessi personali senza scrupolo.
La nuova gestione del Parco ha evidentemente dato fastidio a qualche equilibrio ed il Paese si ritrova in un attimo nel mezzo ad un nuovo tristissimo Medioevo culturale, che usa metodi mafiosi indegni della nostra civiltà.
La giustizia farà il suo corso (anche se le nuove norme svuotacarceri stanno contribuendo a rendere sempre più impuniti ed arroganti moltissimi nemici dell'ambiente) ma ora serve uno scatto anche da parte della politica.
AIDAP, nel denunciare con forza questo vile attentato e dando tutto il sostegno possibile al Commissario ed al Direttore, invita la Politica a reagire fortemente, restituendo alle aree protette del Paese la dignità e la centralità nelle strategie per i prossimi decenni.
I Parchi messi in ginocchio dai tagli e spesso anche dal disinteresse di una gran parte della classe politica, sono vittime più facili di aggressioni vigliacche come quella di Tevere Farfa. I Ministri, i Presidenti di Regione ed i loro Assessori, piuttosto che esprimere solidarietà per questo grave episodio, colgano l'occasione per visitare i loro parchi marini e terrestri, ascoltando chi ci vive e che ci lavora e portando nelle sedi decisionali i bisogni di questa bellissima parte d'Italia.
Perchè se davvero le risorse economiche di un tempo non ci sono più (ed è comunque tutto da dimostrare, come ci ricordava lo slogan del caffè all'anno che ci costano i parchi), certamente ci sono ancora gli occhi, le orecchie e la bocca (ovviamente ben collegata ad un cervello lungimirante) per dare ascolto e per dare sostegno a quel meraviglioso scrigno che custodisce la natura d'Italia.
La miglior risposta ai cretini incendiari è una vera strategia nazionale per le aree protette, che spieghi loro che per i prossimi cinquant'anni almeno dovranno rassegnarsi perchè i Parchi marini e terrestri saranno al centro delle politiche del Paese. Quei politici che parlano di parchi come di robe inutili che devono autofinanziarsi totalmente, sono il miglior scudo per chi i Parchi vuole solo distruggerli.
C'è qualcuno che raccoglie questa sfida ?